INDIFFERENZA
Il tuo volto scolpito
nel marmo
scalfisce impietoso
le mie dolorose mestizie.
La sfinge era
pił viva.
Guardarsi e
non vedersi.
Sentire e non
capire.
Metastasi di apatia.
Da tempo era
nato il tuo male.
Non potevo
capire,
non mi piace pensar
di finire.
La sfinge era
pił vera.
Continuo a
guardare quel marmo
e sento che manca
il violento metallo.
Il duro
metallo,
che voglio lanciare con forza
sul volto di pietra.
Io voglio
spaccare
lo sguardo di statua,
non posso, non voglio
restare a guardare,
il mostro di pietra.
Forse la
sfinge mi avrebbe risposto.