Mitologie dell’epidermide
A
cura di:
Claudia Bonandrini
Giulia Occorsio
Spazio
4/Giovanola Multimedia
Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto
Giulia Occorsio
recita. I piedi nudi e una maschera a coprire il volto.
Giulia Occorsio recita se stessa, si muove a passi
sospesi, danza. E’ quindi da spettatori che ci si accosta alla sua opera,
avvertendo subito il filo di una narrazione di origini antiche dibattersi al di sotto delle acque tranquille. L’artista trae infatti la propria ispirazione dalla classicità: evocata
dall’uso della pietra e dai titoli allusivi e vissuta nella sua componente
mitologica e narrativa. Cos’è un mito? Un racconto. Ci spiega Vernant: “ il mito si presenta sotto forma di un racconto
venuto dalla notte dei tempi e che esisteva già prima che un qualsiasi
narratore iniziasse a raccontarlo.” Similmente Occorsio
concepisce l’arte, ed in questo frangente che
s’individua il valore della sua opera artistica, goccia nell’oceano della
narrazione umana. Le dita, lo scalpello, le braccia dell’artista divengono gli
aedi dell’antichità, e cantano la sua mitologia personale, riveduta e filtrata
attraverso la presenza totalizzante dell’ego artistico. La scultura è
movimento, vitalità, e forse per questo motivo ospite adatto a costringere una
parte delle verità di Occorsio nella caducità della materia.L’arte di Giulia Occorsio affonda le proprie radici nella carne: è un
percorso intimo, privato, che gioca su diversi livelli senza svelarsi mai
completamente, in un alternarsi di verità rivelate subito dopo assolutamente
negate. È un’arte ambivalente, duplice, che afferma e si tira indietro,
confusa, in continua ricerca, e per questo, sincera. L’espressione formale si
avviluppa all’ambiguità della figurazione, mentre la riflessione tematica trova approdo e riparo nel mito come narrazione
personale. Ma non tutto è rivelabile e la
trasposizione dell’interiorità abbisogna di una barriera, una maschera come
edulcorazione della nudità. Ecco che il teatro assume nell’artista
l’espressione compatta e positiva dell’operatività, il gesto scenico diventa
materia modellabile, le battute s’incarnano nel marmo, gli esametri si
sciolgono nelle scaglie della pietra. Il cerchio si chiude, il racconto ricerca
se stesso, la forma volatile e variabile del mito (simile la muta pietra di
fronte alla molteplicità delle interpretazioni?) trova la vita nell’estensione,
le proprie interiora nella materia: la
poesia.
“…ma tu dimmi:
come e quando incontrasti la realtà?”
(Giulia Occorsio, “Il filosofo ed
il poeta”)
Inaugurazione:
Lunedì
27/4/2009 alle ore 19.30
La mostra resterà aperta da lunedì a giovedì,
dalle ore 17.00 alle ore 19.00 fino al giorno 14/5/2009